Fondazione Antonio Ratti

Giulio Paolini

In Extremis: introduzione al corso

CONFERENZA
6 Luglio 2002
Spazio Culturale Antonio Ratti

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Per introdurre l'ottava edizione dell'Artists' Research Laboratory, di cui era Visiting Professor, Giulio Paolini mostra alcuni dei suoi lavori senza commentarli in senso stretto, ma utilizzandoli come accompagnamento di un discorso più ampio che investiga lo statuto dell’autore, la natura dell’opera d’arte, il luogo di esposizione, il ruolo dello spettatore e l’insegnamento. Centrale lungo tutta l’esposizione è l’autosufficienza dell’opera d’arte, “che nasconde una regola sua propria che l’autore non conosce ma riconosce quando quell’opera si gli manifesta”, perché “l’opera d’arte non dà voce né al mondo né al soggetto: dà forma a se stessa”. Da qui deriva la sostanziale non-autorialità dell’autore, che vive nella costante illusione di aver trovato una verità che in realtà non appartiene a lui, di aver realizzato un lavoro quando non è stata la sua mano a condurre il gioco. L’autore intrattiene però un rapporto esclusivo con l’opera da cui lo spettatore è estromesso: è chiamato ad approcciarsi ad essa “senza istruzioni per l’uso”, instaurando così una dinamica che dimostra che l’opera “è la sola a coniugare rivelazione e discrezione”. Il museo, invece, deve essere un soggetto ospitante dell’opera, che la protegga dalle interferenze del mondo esterno. Per poter avere respiro, infatti, l’opera deve essere fuori luogo, distante dal mondo e dallo stesso autore, lontana dal “presente”, e per questo è la sola cosa viva.



Giulio Paolini (Genova, Italia, 1940) vive e lavora a Torino. Spesso associato al movimento dell’Arte Povera, si distingue per una pratica artistica più vicina al puro concettualismo. Paolini mostra un interesse particolare per il rapporto che lega artista, oggetto d’arte e spettatore, indagando l’atto del vedere e di esperire un’opera. Grafico di formazione, ha sempre nutrito un particolare interesse per il campo editoriale e la pagina scritta. Fin dall'inizio ha accompagnato la sua ricerca artistica con riflessioni raccolte in libri curati in prima persona: da Idem, pubblicato nel 1975 da Einaudi con un'introduzione di Italo Calvino, a Quattro passi. Nel museo senza muse, uscito nel 2006 presso lo stesso editore, e L'autore che credeva di esistere, pubblicato da Johan & Levi nel 2012.

Attivo dall’inizio degli anni sessanta, Paolini ha realizzato progetti espositivi in numerosi musei italiani e stranieri tra cui Palazzo della Pilotta a Parma (1976), Stedelijk Museum di Amsterdam (1980), Nouveau Musée di Villeurbanne (1984), Staatsgalerie di Stoccarda (1986), Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma (1988), Neue Galerie am Landesmuseum Joanneum di Graz (1998), Fondazione Prada a Milano (2003), Kunstmuseum di Winterthur (2005) e Whitechapel Gallery a Londra (2014). Ha partecipato a numerose edizioni della Biennale di Venezia (1970, 1976, 1978, 1980, 1984, 1986, 1993, 1995, 1997, 2013) e di Documenta, Kassel (1972, 1977, 1982, 1992). Le sue opere sono presenti nelle più importanti collezioni di tutto il mondo.

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