Fondazione Antonio Ratti

Mille e una storia. 10 anni di donazioni al Museo Studio del Tessuto

MOSTRA
16 Dicembre 2016–18 Giugno 2017
FAR – Villa Sucota

Nella mostra Mille e una storia. 10 anni di donazioni al Museo Studio del Tessuto, a cura di Margherita Rosina e Francina Chiara, è stata esposta una selezione degli innumerevoli oggetti che, negli anni, sono andati ad incrementare le collezioni del museo tessile della Fondazione Antonio Ratti.

Dal 2007 al 2017, la FAR ha avuto l'opportunità di accogliere donazioni tessili e librarie che hanno arricchito alcune sezioni delle collezioni o ne hanno create di nuove. Attraverso un percorso espositivo cronologico/tematico, la rassegna intreccia le storie e i destini di oggetti straordinari. Sono reperti d'interesse storico scientifico, spesso gelosamente custoditi tra le mura domestiche, ereditati da privati e passati di generazione in generazione, oppure selezionati e acquistati da occhi esperti di collezionisti e appassionati di tessile. Grazie alla generosità e alla lungimiranza di privati, queste storie vengono ora conservate nelle collezioni museali della Fondazione, diventando parte del patrimonio storico tessile nazionale, rendendo possibile la loro trasmissione e la loro collocazione nella memoria collettiva.

In mostra era presente inoltre un nucleo specifico di oggetti acquistati dal 2012 al 2016 presso privati e case d'asta internazionali con il generoso contributo di Epson Italia; si tratta di singoli pezzi selezionati di volta in volta dalle responsabili del museo per valorizzare i risultati degli studi svolti e potenziare le collezioni del MuST.

Quanto al titolo, spiega Margherita Rosina (Direttrice del Museo): "Inizialmente avevamo immaginato di inserire nel titolo della mostra il numero esatto dei reperti che, per varie strade, sono arrivati in Fondazione. Ci siamo presto rese conto che questo non sarebbe stato possibile. Il numero è talmente grande da essere difficile da calcolare, tante sono state le donazioni che abbiamo avuto l'onore di accogliere. Questo ci rende riconoscenti e anche molto orgogliose. È un segno tangibile del legame che abbiamo con il territorio".

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