Antonio Ratti, imprenditore e mecenate comasco, è stata una delle grandi personalità che nel secondo dopoguerra hanno saputo (ri)costruire l’italia industriale a partire da una profonda concezione filantropica e culturale.

Nato a Como il 22 settembre 1915, fonda la propria attività imprenditoriale sulla profonda convinzione che il tessuto sia a tutti gli effetti un prodotto culturale. Nella sua visione, esperienza e conoscenza, arte e sperimentazione diventano strumenti fondamentali non solo per per comprendere il proprio tempo, ma anche per ottenere un prodotto di qualità.

Nel 1945 fonda la Tessitura Serica Antonio Ratti per l'ideazione e la commercializzazione di tessuti per cravatte e foulard in seta. È la prima tappa di una lunga attività imprenditoriale che culminerà nella creazione del Gruppo Ratti - attualmente presieduto da sua figlia Donatella - uno dei più importanti produttori al mondo di tessuti ad alto contenuto tecnologico-creativo.

Proprio a partire dal suo percorso imprenditoriale si manifesta la profonda attenzione di Antonio Ratti per il contesto sociale e culturale: nel pionieristico edificio costruito da Tito Spini nel 1958 per la Ratti S.p.A., la Palazzina dei Servizi Sociali veniva utilizzata di giorno come mensa, mentre alla sera ospitava concerti, spettacoli teatrali, corsi e dibattiti per i lavoratori.

La necessità di trovare ispirazione per la creazione di nuovi disegni tessili lo portò a collezionare tessuti antichi provenienti da tutto il mondo. La prestigiosa collezione che ne è derivata, è divenuta nel 1985 il cuore di una Fondazione a scopo culturale che ancora oggi porta il suo nome. Qui, oltre allo studio e alla conservazione dell’archivio tessile e della collezione, dal 1995 si tiene ogni anno il corso CSAV - Artists’ Research Laboratory, punto di riferimento per i giovani artisti di tutto il mondo, che hanno l’opportunità di approfondire le proprie pratiche a contatto con i grandi maestri del panorama contemporaneo.

La sua visione, che intreccia costantemente impresa e arte, creatività e attività culturali, lo porta non solo a essere nominato Cavaliere del Lavoro nel 1972, ma anche a legarsi alle più grandi istituzioni culturali quali il Guggenheim, il Museum of Modern Art e il Metropolitan Museum of Art di New York, Palazzo Grassi di Venezia, Palazzo Reale e il Padiglione d'Arte Contemporanea di Milano.

In particolare, nel 1995 Antonio Ratti decide di finanziare la creazione al Metropolitan Museum of Art di New York di un centro per la conservazione, il restauro e la catalogazione delle collezioni tessili di proprietà del museo americano, precedentemente ospitate presso i singoli dipartimenti del Museo stesso. Nasce così l'Antonio Ratti Textile Center al Metropolitan Museum of Art, una struttura incredibilmente innovativa dedicata allo studio e alla conservazione dei tessili.

A succedergli alla guida della Fondazione, dopo la sua scomparsa avvenuta nel 2002, è sua figlia, Annie Ratti.

Saviana Parodi

Introduzione alla permacultura con pratiche di progettazione

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