Located Work
MOSTRA
27 Luglio–20 Agosto 1995
Spazio Culturale Antonio Ratti
Ogni studente ha prodotto due elementi: un progetto e un'esecuzione. Ogni partecipante ha descritto in un testo (senza l'aiuto di piante, mappe, prospetti, diagrammi, disegni, fotografie, immagini o qualsiasi altro tipo di suggerimento visivo) di una pagina dattiloscritta un progetto per la realizzazione di un lavoro. Una volta scritti, i progetti sono stati dati ad un altro partecipante del seminario. Una volta consegnato il progetto, non hanno avuto luogo ulteriori discussioni tra lo studente che l'ha scritto e quello che l'ha ricevuto. Nel momento in cui lo studente ha ricevuto il progetto, ha cercato di realizzare un lavoro basandosi rigorosamente sulle informazioni fornite dal progetto. Naturalmente questo ha chiamato in causa il concetto di interpretazione. Lo studente non ha dovuto solo interpretare la scelta di un particolare tipo di materiale ma ha dovuto anche interpretare il concetto complessivo del lavoro, poichè questo non era necessariamente incluso nel progetto. In questo modo si sono resi visibili alcuni aspetti del processo del fare; mettendo in questione il concetto di "paternità dell'opera" si è messo a fuoco sia il ruolo soggettivo che la "localizzazione" del lavoro, rendendo cosi più visibili quelle stutture sociali e culturali di significazione che sono in grado di costruire senso.
Gli artisti partecipanti erano: Rachida Aydi (Marocco), Simone Berti (Italia), Piero Calignano (Italia), Sarah Ciracì (Italia)), Kathleen Deleu (Belgio), Cheikh Diop (Senegal), Kristina Fritz (Croazia), Giuseppe Gabellone (Italia), Stefania Galegati (Italia), Almudena Gomez Martinez (Spagna), Deborah Ligorio (Italia), Gino Lucente (Italia), Cameron Maceachran (Canada), Gian Maria Marcaccini (Italia), Pietro Marchioni (Italia), Line Nielsen (Danimarca), Diego Perrone (Italia), Marta Tarres Chamorro (Spagna), Maria Luisa Torres (Spagna), Giuseppe Totaro (Italia), Micki Tschur (Germania), Ksenija Turcic (Croazia), Plamen Yordanov (Bulgaria).