Fondazione Antonio Ratti

Marco De Michelis

Something is Missing

CONFERENZA
10 Luglio 2008
FAR – Lungo Lario Trento

Marco De Michelis

Something is Missing

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Something is Missing (C'è qualcosa che manca) è una citazione di Bertolt Brecht riproposta da Ernest Bloch in occasione di una discussione con Theodor W. Adorno sulla praticabilità della nozione di utopia nel contesto della modernità. Certo, la tecnologia ci permette di vivere nel migliore dei mondi possibili, e le utopie ottocentesche sembrano essersi pienamente realizzate. Eppure, nella "ripetizione di un continuamente identico oggi” c’è qualcosa che manca.

Marco De Michelis vi fa riferimento in questa conferenza, che ricostruisce l’andamento del pensiero utopico in architettura lungo il corso del novecento e analizza le urgenze di ricostruzione della cultura occidentale dopo gli orrori delle guerre mondiali, che di quella cultura pure erano gli estremi prodotti. Passando in rassegna le idee e i progetti di artisti e architetti quali László Moholy-Nagy, Robert Smithson, Aldo Rossi, Marjetica Potrč, Rem Koolhaas, Rirkrit Tiravanija e, chiaramente, Yona Friedman, ed analizzando le loro strategie di produzione e manipolazione di spazi pubblici, De Michelis sottolinea che nel contemporaneo contesto delle megalopoli in crescita dissennata, delle architetture spontanee e delle città post-socialiste l’utopia univoca non può offrire altro che il senso di imperfezione del mondo. Per il resto, le tattiche di miglioramento passano attraverso la coesistenza diffusa di utopie specifiche e sono prodotte da comunità circoscritte, che trasformano la città globale in una rete di villaggi urbani e che affrontano in maniera più mirata le proprie problematiche.



Marco De Michelis (Venezia, 1945) è uno storico dell’architettura e docente italiano. Insegna allo IUAV di Venezia, dove fino al 2008 è stato preside della facoltà di design e arti. Dal 1999 al 2003 è stato Gropius-Professor presso la Bauhaus-Universität di Weimar ed è stato visiting professor in diversi istituti internazionali, quali la Beckett University di Leeds, la Columbia University di New York e la Hochschule der bildenden Künste a Amburgo. Tra i suoi interessi, la teoria del moderno in architettura, l’urbanistica di Berlino e dell’URSS negli anni venti e trenta, le relazioni tra architettura e arti figurative. Dal 2009 al 2013 è stato direttore scientifico della Fondazione Ratti.

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