Fondazione Antonio Ratti

Susan Hiller

The Provisional Texture of  Reality

CONFERENZA
14 Luglio 2011
FAR – Villa Sucota

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Del mio lavoro mi piace dire che mi dedico a comunicare con i fantasmi, cioè con gli scarti culturali, i frammenti e le cose che sono invisibili alla maggior parte delle persone.


Nelle parole di Susan Hiller, arte e sogno diventano coordinate di un unico territorio, costruito ai margini della nostra vita cosciente e esplorato in profondità dall’opera dell’artista.
Nella conferenza tenuta per la XVII edizione di CSAV - Artists’ Research Laboratory (a cui era stata invitata come visiting professor), Susan Hiller descrive il sogno come un’attività in cui siamo più onesti verso noi stessi e più vicini alla natura, dal momento che condividiamo questa attività “con tutti gli altri mammiferi e forse anche con altre creature e con altre forme di vita ”. Gli artisti si sono da sempre addentrati in questi stati altri della coscienza, recuperandone e riflettendone i segmenti radicati in un immaginario che spesso condividiamo senza saperlo. Il lavoro dell’artista - così come il lavoro del sogno - porta alla luce la trama comune di questi simboli che silenziosamente plasmano la nostra realtà: in questo senso - conclude l’artista - tutte le immagini dei sogni sono sempre di origine sociale.


Susan Hiller (Tallahassee 1940 - Londra 2019) è internazionalmente riconosciuta dagli anni settanta per la sua ricerca degli aspetti della nostra cultura considerati marginali e largamente ignorati. L’utilizzo radicale e innovativo di diversi media nelle sue opere l’ha resa un punto di riferimento per le giovani generazioni di artisti. Hiller accosta la conoscenza che deriva dall’antropologia, la psicoanalisi e altre discipline scientifiche con materiali generalmente considerati di poca importanza, come cartoline, carta da parati, film di cassetta e storie di avvistamenti di UFO, creando un equilibrio fra il familiare e l’inspiegabile. La sua pratica esplora spesso i processi subconsci, compresi il sogno o la scrittura automatica. Privilegiando il represso, il dimenticato, lo sconosciuto, Susan Hiller analizza, ricontestualizza e conferisce uno status a ciò che giace al di fuori o al di sotto del riconoscimento culturale. La sua opera è stata rappresentata in mostre personali presso, fra gli altri, la Tate Britain (Londra), Castello di Rivoli (Torino), Moderna Museet (Stoccolma), Joy Art Gallery, (Pechino), Kunsthalle (Basilea), Kunst-Raum des Deutschen Bundestages (Berlino), Museu Serralves (Porto), Fondacion Mendoza (Caracas). Hiller ha esplorato le intersezioni di memoria, storia e dimensione dello sconosciuto in diverse pubblicazioni. Le sue conferenze e interviste sono state raccolte in due libri: The Provisional Texture of Reality, edito da JRP Ringier nel 2008 e Thinking about Art: Conversations with Susan Hiller, edito da Manchester University Press nel 1996. E’stata autrice di: The J.street Project edito da DAAD and Compton Verney Trust, 2005 e After the Freud Museum, edito da Bookworks Press nel 1995, ristampato nel 2000.

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