Fondazione Antonio Ratti

Renée Green

Tracing

MOSTRA
15 Luglio–10 Settembre 2016

Organizzata nell'ambito della XXII edizione dello CSAV - Artists' Research Laboratory, Tracing è stata la prima mostra personale di Renée Green in uno spazio istituzionale in Italia. Tracing riprendeva la ricerca di Green, esaminando forme di relazione, di percezione, sensazione, sentimento e pensiero, inclusa la domanda: che cosa è la caratteristica specifica di quell'essere senziente definito come umano?

Partendo dall'architettura monumentale della chiesa di San Francesco a Como, che mostra i segni delle alterazioni subite sin dall'epoca medievale, Green ha presentato una serie di opere effimere e leggere. Le opere, in un tutt'uno con l'architettura, riflettevano le traiettorie di molteplici passati, creando un'installazione concettualmente densa dove film, audio e una poesia spaziale, composta di alcuni banner di tessuto, si combinavano con il movimento del visitatore nello spazio, offrendo un'esperienza sensoriale stratificata e caleidoscopica.

Entrando nella chiesa il visitatore veniva accolto da due opere audio: Vanished Gardens (2004) e Imaginary Places (A to Z) (2002), installate in due delle campate delle navate laterali. La recitazione sussurrata delle opere suggeriva un'atmosfera incantata, capace di evocare luoghi scomparsi o solo immaginati.

La navata principale della chiesa ospitava Space Poem #6 (Tracing) (2016), 30 banner di tessuto multicolore stampato prodotti dalla Ratti S.p.A appositamente per Tracing. Ciascun banner riporta il nome di un giardino storicamente esistito e poi svanito nel tempo, così come riferimenti cartografici che attraversano oltre 2000 anni. SpacePoem #6 combina quindi giardini, modelli di "paradiso" tangibili e fisicamente accessibili, e mappe, immagini disegnate per rappresentare il mondo, provenienti da terre e culture distanti nel tempo e nello spazio. Si ricollega così ai continui tentativi della percezione umana di unire ciò che si desidera con ciò che si immagina tra la terra e il cosmo.

Begin Again Begin Again (2015) - proiettato su uno schermo sospeso nell'abside - è invece un film composto a partire dal manifesto del 1912 di Rudolf M. Schindler, Modern Architecture: A Program. La complessa struttura del film è narrata da una voce profonda, risonante, che permette ad una molteplicità di coscienze di emergere: dagli enunciati numerati sull'architettura di Schindler alle riflessioni sulla vita di Thomas Mann; da un ampia panoramica cronologica di 128 anni, alle meditazioni di Paul Bowles e Renée Green sulla stranezza della sopravvivenza.

Nascosto nel retro della chiesa, s'incontrava Elsewhere? (2002), un'opera originariamente prodotta per Standardized Octagonal Units for Imagined and Existing Systems, un piccolo padiglione da giardino opera di Renée Green installato a Kassel durante Documenta 11. Elsewhere? racconta una mediazione poetica di "bellezza e pietà". Tra giardini paradisiaci e architetture eccentriche, il film delinea storie di aspirazione umana accadute in periodi e luoghi diversi: una meditazione su ciò è stato immaginato e raccontato in un mondo di incertezza.

In Tracing, le domande di Green su configurazioni, architetture e spazi emergevano in rapporto alle persone e alle diverse soggettività esistenti: che cosa viene ereditato e cosa viene costruito, acquisito, perso e tramutato nel tempo, tra cambiamenti, migrazioni, tra contestazioni, ripetizioni e differenze immaginate come utopiche o violente? Quali sforzi esercitano le creature viventi per ricominciare? Quali tracce si lasciano dietro?

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