Sylvére Lotringer
Foreign Agents in New York
CONFERENZA
19 Luglio 2003
Spazio Culturale Antonio Ratti
In riferimento alla propria esperienza editoriale ed accademica, Sylvère Lotringer articola una riflessione sul rapporto tra teoria e realtà. Meglio conosciuto per aver portato la French Theory oltreoceano, il filosofo pone l’accento sulle effettive differenze tra i suoi tentativi epistemologici e quelli del post-strutturalismo: laddove questi ultimi riconducevano tutto al testo, e consideravano ogni elemento come un significato linguistico interpretabile con gli strumenti della semiotica, Lotringer vuole “portare le persone via dal testo”, elaborando del pensiero da elementi che sono già dentro le cose. La New York degli anni ’80 conteneva già in sé il XXI secolo, non aveva bisogno di teoria per svilupparlo. La teoria serviva a riconoscerlo. Il modo per resistere alla morte (e al fallimento) delle avanguardie, del loro regime di esclusività e seduzione, è quello di utilizzare la teoria in maniera non prescrittiva, ma come strumento. “Giustapporre, e smetterla di essere europei. Smetterla di fare sintesi”.
Sylvère Lotringer (1938-2021) è stato un critico letterario e docente francese. Ha insegnato alla Columbia University e fondato la casa editrice Semiotext(e). È stato uno dei maggiori teorici del post-strutturalismo in contesto statunitense, e ha applicato la French Theory alla letteratura americana e allo studio delle avanguardie architettoniche e artistiche.