Richard Nonas
Place in our darkness | Arte che risuona, lentamente
CONFERENZA
5 Luglio 2003
Spazio Culturale Antonio Ratti
Per introdurre la sua conferenza, Richard Nonas racconta un aneddoto della sua vita risalente al periodo in cui ancora era un antropologo e svolgeva delle ricerche nel deserto del Messico. A partire da questo episodio, illustra in un discorso poetico i motivi per cui ha deciso di abbandonare l’antropologia per dedicarsi totalmente all’arte. Ciò che lo affascina dell’arte è il tentativo continuo di superare i limiti del linguaggio con mezzi altri rispetto a quelli logico-razionali, perché è solo tramite l’arte che si cerca di dare una forma a tutto ciò che le parole non riescono a catturare e che va oltre la nostra capacità di comprensione. Avendo a che fare con un mondo che per definizione trascende le possibilità umane, l’artista fronteggia periodicamente con il fallimento e la frustrazione, che Nonas però non vede come un ostacolo. Anzi: è l’unico modo per rendersi conto dell’imprevedibilità del mondo e dei limiti della nostra comprensione. “Ci spingiamo fino a dove riusciamo ad arrivare nel tentativo non di capire ma di vedere, sentire, riconoscere che il mondo è diverso da come crediamo che sia: più grande o magari più piccolo, comunque diverso”.
Richard Nonas (New York, 1936–2021) ha lavorato e vissuto a New York. Dopo gli studi in letteratura e antropologia, Nonas lavora per dieci anni come antropologo per poi iniziare la sua ricerca artistica sulla manipolazione della materia verso la fine degli anni Sessanta. Nel pieno delle sperimentazioni radicali e delle trasformazioni sociali degli anni Settanta, fonda il gruppo Anarchitecture insieme a Gordon Matta-Clark. Nonas interroga il potere educativo ed emozionale nascosto in tutti gli oggetti, anche i più semplici, creando sculture che vanno dal piccolo formato alle installazioni ambientali. Nei suoi lavori era solito usare materiali comuni (legno, ferro, pietre) trovati per strada – in città, in foreste e montagne; li sceglieva, li raccoglieva e poi li disponeva ordinatamente. Concepite sia per spazi interni che per esterni, le opere di Nonas sondano la capacità dell'arte di dare vita a quelli che lui chiama luoghi caricati (charged places). Nonas ha scritto numerosi saggi sul significato dell'arte e le sue interpretazioni.
Le sue mostre personali più recenti includono: The Man in the Empty Space al MASS MoCA, Massachusetts (2016) e Richard Nonas: ridge (out, away, back) all’Art Institute di Chicago (2016-17). Nonas ha realizzato installazioni permanenti per il Museo di Grenoble (1994), e il North Dakota Museum of Art (1990). Nel 2012, ha prodotto un lavoro permanente nel villaggio abbandonato di Vière et les Moyennes Montagnes, Francia. Nel 1974 è stato premiato con il Guggenheim Fellowship dalla John Simon Guggenheim Memorial Foundation.